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Manuale Maior di Diritto Penale – Parte Generale 2023

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PARTE I I PRINCIPI CAPITOLO 1 Il principio di legalità
Inquadramento normativo, concetto e funzione del principio di legalità
Legalità formale e legalità sostanziale: la concezione sostanziale-formale accolta dalla Costituzione
Il principio di legalità nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
3.1 Il principio di legalità ex art. 7 CEDU e la figura di matrice giurisprudenziale del concorso esterno in associazione mafiosa 3.1.1 La connessa questione della confiscabilità del bene prezzo o profitto del reato in caso di declaratoria di prescrizione 3.2 La natura della confisca prevista dall’art. 44, comma 2, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 3.3 La confisca del veicolo per guida in stato di ebbrezza prevista dall’art. 186, comma 2, lett. c), cod. str. 3.4 La confisca prevista dall’art. 474bis c.p. 3.5 Il rapporto tra illecito penale ed illecito amministrativo CAPITOLO 2 Il principio della riserva di legge
Funzione ed oggetto della riserva di legge
La natura della riserva di legge in materia penale
2.1 La compatibilità del reato di cui all’art. 73, comma 1bis, del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, con il principio della riserva di legge
Le norme penali in bianco e gli elementi normativi della fattispecie
3.1 L’operatività della norma penale in bianco sul reato di doping di cui all’art. 9 della L. 14 dicembre 2000, n. 376
Il sindacato del giudice penale sul provvedimento amministrativo: le varie forme di interferenza tra reato e provvedimento amministrativo
Il controverso potere di disapplicazione dell’atto amministrativo da parte del giudice penale
5.1 Il sindacato del giudice penale nel settore dei reati edilizi 5.2 Un caso di disapplicazione in bonam partem: il sindacato del giudice penale sul provvedimento del Questore nel reato di cui all’art. 14, comma 5ter, del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286
I limiti del sindacato del giudice penale sul provvedimento amministrativo
6.1 Il sindacato del giudice penale in materia di validità del brevetto, anche alla luce della recente riforma introdotta con la L. 23 luglio 2009, n. 99
Il sindacato del giudice penale sulla sentenza prevista come elemento della fattispecie: il caso dei reati di bancarotta
CAPITOLO 3 Le fonti del diritto penale
Premessa
I decreti legge
I decreti legislativi
I decreti governativi in tempo di guerra, i bandi militari e le ordinanze previste dal T.U.L.P.S.
Le leggi regionali
La consuetudine
I rapporti tra il diritto penale e le norme sovranazionali
7.1 Le norme comunitarie 7.1.1 Il problema dell’esistenza di un sistema penale comunitario 7.1.2 L’incidenza del diritto comunitario sulle scelte di politica criminale interna: le novità del Trattato di Lisbona 7.1.3 L’incidenza dell’ordinamento comunitario sugli istituti giuridici penali interni 7.2 Le norme della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)
Le sentenze della Corte Costituzionale: il sindacato di costituzionalità delle norme penali
CAPITOLO 4 Il principio di tassatività e l’analogia nel diritto penale
Nozione, funzioni e fondamento del principio di tassatività
1.1 Determinatezza, tassatività, e precisione
I criteri per vagliare il sufficiente grado di determinatezza della fattispecie penale
2.1 La distinzione tra elementi rigidi, elastici e vaghi o indeterminati
La portata del principio di tassatività
L’analogia nel diritto penale: il divieto di analogia in malam partem
L’analogia in bonam partem
CAPITOLO 5 L’efficacia della legge penale Sezione I L’efficacia della legge penale nel tempo
Le fonti nazionali, internazionali e comunitarie che regolano la successione delle leggi penali nel tempo
1.1 Le regole scolpite dall’art. 2 c.p. e i suoi rapporti con l’art. 25, comma 2, Cost. 1.2 Successione delle leggi nel tempo ed esecuzione della pena
Il fenomeno della c.d. retroattività occulta
2.1 La Cassazione conferisce rilevanza al mutamento di giurisprudenza in bonam partem in sede di applicazione degli istituti penalistici in ambito esecutivo
La successione “effettiva” di leggi penali (propria e impropria) e le ipotesi di successione “apparente”. Espansione normativa e innesto normativo
I criteri discretivi tra abolitio criminis e abrogatio sine abolitione e i risvolti pratici della distinzione
4.1 Il criterio del fatto concreto o della doppia punibilità in concreto 4.2 Il criterio della continuità del tipo di illecito 4.3 Il criterio del rapporto strutturale tra norme e la variante della distinzione tra specialità per specificazione e specialità per aggiunta 4.4 Il criterio delle sottofattispecie
L’applicazione giurisprudenziale dei criteri dottrinali
5.1 False comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622 c.c.) e bancarotta fraudolenta c.d. impropria (art. 223 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267) 5.2 Falso in prospetto: i rapporti tra l’art. 2623 c.c. e l’art. 174 del TUF 5.3 L’evoluzione normativa dei reati tributari 5.3.1 Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: i rapporti tra l’art. 4, lett. d) della L. 7 agosto 1982, n. 516 e l’art. 2, comma 1, del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74 5.3.2 Il reato di omessa dichiarazione: i rapporti tra l’art. 1, comma 1, della L. 7 agosto 1982, n. 516, e l’art. 5 del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74 5.4 La successione di leggi penali in materia di usura 5.5 Il reato di omesso allontanamento dal territorio su ordine del Questore ex art. 14, comma 5ter, del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286
La riforma dei reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione
6.1 L’ampliamento della portata della confisca per equivalente
Il fenomeno della c.d. espansione normativa: il caso del reato di bancarotta nell’amministrazione controllata e del reato di oltraggio a pubblico ufficiale
Il fenomeno del c.d. innesto normativo: i rapporti tra il reato di infedeltà patrimoniale ex art. 2634 c.c. e il reato di appropriazione indebita ex art. 646 c.p.
Il concetto di legge più favorevole al reo
La successione mediata di leggi penali: le modifiche concernenti le norme extrapenali richiamate da norme penali in bianco o da elementi normativi
10.1 La teoria della specificazione 10.2 La teoria dell’incorporazione 10.3 La teoria del restringimento operativo 10.4 La teoria che dà rilevanza all’incidenza sul disvalore del fatto
Considerazioni sull’operatività delle teorie esposte
L’applicazione giurisprudenziale delle teorie fin qui esaminate: difetto di univocità di soluzioni e metodo casistico
12.1 Gli effetti della depenalizzazione dei reati-fine sul reato di associazione per delinquere 12.2 L’adesione all’U.E. di nuovi Paesi: i riflessi sul reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ex art. 12 del D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, e sul reato di omesso allontanamento dal territorio su ordine del Questore ex art. 14, comma 5ter del medesimo decreto legislativo 12.3 La modifica della nozione di piccolo imprenditore di cui all’art. 1, comma 1 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 e i riflessi sui reati fallimentari 12.4 Il reato di usura e la modifica legislativa del computo del tasso c.d. soglia
Il nuovo comma 3 dell’art. 2 c.p. a seguito della modifica apportata dalla L. 24 febbraio 2006, n. 85
La disciplina delle leggi eccezionali e temporanee
I decreti-legge non convertiti o convertiti con emendamenti
Gli effetti delle pronunce della Corte Costituzionale sul fenomeno della successione delle leggi penali nel tempo
L’individuazione del tempus commissi delicti
Misure di sicurezza e misure di prevenzione
La successione delle leggi processuali: il principio del tempus regit actum
19.1 Le condizioni di procedibilità 19.2 La prescrizione. In particolare la declaratoria di illegittimità costituzionale dall’art. 10, comma 3 della L. 5 dicembre 2005, n. 251 19.3 Le misure cautelari personali
Successione di leggi nel tempo e sanzioni amministrative
La nuova depenalizzazione e successione di leggi nel tempo
Sezione II L’efficacia della legge penale nello spazio
Il diritto penale internazionale ed i principi che regolano l’applicazione della legge penale nello spazio: territorialità, personalità, difesa, universalità
Il territorio come riferimento primario del nostro ordinamento per l’applicazione della legge penale
L’individuazione del locus commissi delicti
I reati commessi all’estero punibili incondizionatamente
Il delitto politico
Il delitto comune commesso all’estero
La universalità temperata in materia di norme contro la pedofilia
Le modifiche del Libro XI del codice di procedura penale in materia di rapporti giurisdizionali con autorità straniere
L’estradizione: fondamento, principi, presupposti e limiti
Il mandato di arresto europeo come forma di collaborazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea
La necessità di rinnovare il giudizio ed il correlato problema del riconoscimento delle sentenze penali straniere
Sezione III L’efficacia della legge penale rispetto alle persone
Il generale principio di obbligatorietà della legge penale e le immunità
La natura giuridica delle immunità
Le immunità derivanti dal diritto pubblico interno
Le immunità derivanti dal diritto internazionale
PARTE II IL REATO CAPITOLO 1 I soggetti attivi Sezione I Il soggetto attivo. La responsabilità nei complessi organizzati
Il soggetto attivo del reato
I soggetti attivi XIII
L’individuazione del soggetto responsabile all’interno dei complessi organizzati
La rilevanza in ambito penale del fenomeno organizzativo della delega di funzioni
I requisiti della delega ritenuti essenziali dalla giurisprudenza
4.1 Complessità della struttura organizzata 4.2 Forma della delega 4.3 Accettazione della delega, idoneità tecnica del delegato, conferimento di poteri effettivi ed autonomia di spesa 4.4 L’obbligo di controllo del delegante
La posizione del delegante
La posizione del delegato
L’individuazione del soggetto responsabile negli enti pubblici
La rilevanza della delega di funzioni nell’ambito dell’impresa giornalistica (rinvio)
Sezione II La responsabilità dei complessi organizzati
Il dibattito sulla responsabilità penale delle persone giuridiche ed il progressivo ripudio del principio societas delinquere non potest
L’evoluzione legislativa in materia di responsabilità delle persone giuridiche
La disciplina contenuta nel D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231
3.1 L’ambito soggettivo di applicazione della disciplina 3.2 Il principio di legalità 3.3 La successione di leggi 3.4 L’efficacia nello spazio 3.5 La struttura dell’illecito previsto dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 3.5.1 I requisiti di natura oggettiva 3.5.1.1 La compatibilità con i reati colposi 3.5.2 I requisiti di natura soggettiva 3.6 I modelli di organizzazione 3.6.1 Il contenuto minimo del modello 3.6.2 Il giudizio di idoneità ed efficacia del modello 3.6.3 Le differenze tra i modelli di organizzazione 3.6.4 La responsabilità omissiva dell’organismo di vigilanza 3.6.5 Natura giuridica del meccanismo che consente all’ente di evitare di incorrere in responsabilità 3.7 Il sistema sanzionatorio 3.7.1 Il problema della c.d. solidarietà passiva tra correi nel sequestro e nella confisca a carico degli enti 3.8 Il sistema processuale
Le misure previste dall’art. 32, D.L. 24 giugno 2014, n. 90
La natura giuridica della responsabilità degli enti
5.1 La tesi della responsabilità amministrativa 5.2 La tesi della responsabilità penale 5.3 La tesi del tertium genus di responsabilità 5.4 La posizione della giurisprudenza CAPITOLO 2 Il principio di materialità Sezione I L’analisi del reato
Il principio di materialità
La concezione analitica e la concezione unitaria del reato
Le singole teorie scaturite dalla considerazione analitica del reato
3.1 La teoria bipartita 3.2 La teoria tripartita 3.3 Le teorie quadripartite 3.4 L’opzione per la teoria bipartita Sezione II La struttura del reato
Gli elementi costitutivi o essenziali del reato
La condotta
L’azione
L’omissione
4.1 L’ambito di applicazione della clausola di equivalenza di cui all’art. 40, comma 2, c.p. 4.2 L’obbligo giuridico di garanzia e l’individuazione della relativa fonte 4.3 L’obbligo giuridico di impedire l’agire illecito di un terzo 4.3.1 La posizione di garanzia degli amministratori di società 4.3.2 La posizione di garanzia dei componenti del collegio sindacale 4.3.3 La posizione di garanzia del proprietario del suolo rispetto alla realizzazione di una costruzione o di una discarica abusiva 4.3.4 La posizione di garanzia del direttore del periodico (art. 57 c.p.) 4.3.5 La posizione di garanzia del gestore di servizi su internet
L’evento
Sezione III Il rapporto di causalità
Il nesso di causalità
1.1 La teoria della causalità naturale o della condicio sine qua non o dell’equivalenza delle condizioni 1.2 I correttivi alla teoria naturalistica: le teorie della causalità adeguata e della causalità umana 1.3 La teoria dell’imputazione obiettiva dell’evento o dell’aumento del rischio 1.4 La teoria condizionalistica della causalità scientifica ed il modello della c.d. sussunzione sotto leggi scientifiche
Il problema del concorso di cause
2.1 Il fattore sopravvenuto consistente nell’errore sanitario 2.2 La rilevanza del comportamento dell’offeso sul nesso eziologico: infortuni sul lavoro e sinistri stradali
Il caso fortuito e la forza maggiore
La causalità omissiva
4.1 La distinzione tra causalità omissiva e causalità attiva
I rapporti tra causalità penale e causalità civile
CAPITOLO 3 Il principio di offensività
Premessa
L’oggetto giuridico ed il soggetto passivo del reato
I referenti normativi del principio di offensività nella Carta Costituzionale
I referenti normativi del principio di offensività nella legge ordinaria
4.1 La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto
Il principio di offensività nella giurisprudenza della Corte Costituzionale
La selezione dei beni giuridici da tutelare
L’incidenza dell’offesa sul momento consumativo del reato
7.1 La truffa contrattuale a prestazioni equivalenti e la truffa mediante assunzione in danno della P.A. 7.2 Il peculato ed il peculato d’uso
La disciplina del reato impossibile
Le questioni più controverse affrontate dalla giurisprudenza in tema di reato impossibile quale espressione del principio di offensività
9.1 I reati contro la fede pubblica: falso grossolano, innocuo ed inutile 9.1.1 La falsa autenticazione notarile di dichiarazione sostitutiva di certificazione o di atto notorio 9.1.2 La contraffazione grossolana nel reato di cui all’art. 474 c.p. 9.2 I reati contro l’amministrazione della giustizia 9.2.1 La falsa testimonianza 9.2.2 Il favoreggiamento personale 9.2.3 La simulazione di reato e la calunnia 9.2.3.1 La falsa denuncia di smarrimento di assegno bancario 9.2.3.2 La ritrattazione
I reati in materia di stupefacenti
10.1 La coltivazione di sostanze stupefacenti 10.2 La cessione di sostanze stupefacenti
I reati di pericolo: classificazioni e problemi di compatibilità con il principio di offensività
11.1 Verso il superamento della dicotomia tra reati di pericolo astratto e reati di pericolo concreto 11.2 Limiti entro cui sono ammissibili i reati di pericolo astratto
Reati di pericolo e superamento dei limiti tabellari
12.1 Il superamento dei limiti tabellari in materia di inquinamento elettromagnetico
I reati di pericolo indiretto e di possesso
I reati ostativi e di sospetto
14.1 La fattispecie di possesso ingiustificato di chiavi o grimaldelli di cui all’art. 707 c.p. 14.2 La fattispecie di possesso ingiustificato di valori di cui all’art. 708 c.p.
I delitti di attentato
I reati contro l’ordine pubblico
Le novità introdotte dalla L. 24 febbraio 2006, n. 85
La propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. La rilevanza penale del negazionismo ex lege 16 giugno 2016, n. 115
La soppressione degli atti di terrorismo prevista dal D.L. 18 febbraio 2015, n. 7, convertito dalla L. 17 aprile 2015, n. 43 e dalla L. 28 luglio 2016, n. 153
I reati associativi
20.1 In particolare: le associazioni sovversive e terroristiche
I reati c.d. di scopo
CAPITOLO 4 Le scriminanti
Nozione e fondamento
1.1 Cause di giustificazione e figure affini 1.1.1 La natura dell’assenza del giustificato motivo nel reato di cui all’art. 14, comma 5ter, D.Lgs. 286/1998
La disciplina codicistica delle cause di giustificazione: analisi dell’art. 59, commi 1 e 4, c.p.
2.1 Eccesso colposo nelle cause di giustificazione: art. 55 c.p.
Il consenso dell’avente diritto
3.1 Il fondamento della scriminante e i confini di applicabilità 3.2 La natura giuridica e i caratteri del consenso scriminante 3.3 I limiti soggettivi 3.4 I limiti oggettivi 3.5 La rilevanza oggettiva del consenso scriminante: consenso putativo e consenso presunto 3.6 Il consenso dell’avente diritto nei reati colposi
L’esercizio del diritto
4.1 Il fondamento della scriminante e i criteri di soluzione dei conflitti 4.2 Il concetto di “diritto” ex art. 51 c.p. e le fonti del diritto scriminante 4.2.1 Il diritto straniero: il problema dei reati culturalmente orientati 4.3 I limiti interni ed esterni al diritto scriminante 4.4 Ipotesi di esercizio di un diritto scriminante 4.4.1 La libera manifestazione del pensiero 4.4.1.1 Il diritto di cronaca 4.4.1.1.1 La cronaca giudiziaria 4.4.1.1.2 La pubblicazione di un’intervista giornalistica dal contenuto diffamatorio e le differenze rispetto all’intervista televisiva 4.4.1.1.3 Il diritto di cronaca ed il diritto alla riservatezza 4.4.1.2 Il diritto di critica 4.4.1.2.1 Il diritto di critica e l’immunità parlamentare di cui all’art. 68 Cost. 4.4.1.3 La satira 4.4.2 Il diritto di sciopero 4.4.3 Il diritto di difesa 4.4.4 Il principio nemo tenetur se detegere
L’adempimento del dovere
5.1 Il fondamento della scriminante 5.1.1 L’agente provocatore (rinvio) 5.2 Le fonti del dovere: la norma giuridica 5.3 Le fonti del dovere: l’ordine dell’Autorità 5.3.1 L’irrilevanza dell’ordine privato 5.3.2 La legittimità dell’ordine 5.3.3 L’ordine insindacabile 5.3.4 L’ordine manifestamente criminoso 5.3.4.1 L’ordine criminoso ed i crimini di guerra e contro l’umanità
La legittima difesa
6.1 Fondamento giuridico della scriminante e principio dell’autotutela privata 6.2 Presupposti della legittima difesa 6.3 Requisiti della legittima difesa 6.4 La legittima difesa c.d. domiciliare
L’uso legittimo delle armi
7.1 Origini storiche e fondamento giuridico della scriminante 7.2 Soggetti legittimati all’uso delle armi 7.3 Presupposti dell’uso legittimo delle armi 7.4 L’uso legittimo delle armi per impedire la consumazione di gravissimi delitti: fondamento e limiti
Lo stato di necessità
8.1 Fondamento della causa di giustificazione e differenza rispetto alla legittima difesa 8.2 Presupposti della scriminante 8.3 Requisiti della condotta scriminata 8.4 Il dovere giuridico di esporsi al pericolo 8.5 Stato di necessità determinato dall’altrui minaccia 8.6 Stato di necessità e diritto all’abitazione
Le scriminanti tacite
9.1 L’attività medica 9.1.1 Il fondamento di liceità dell’attività medica 9.1.2 La legge sul biotestamento ed i suoi risvolti in campo di responsabilità penale del medico 9.1.3 Il consenso del paziente ed i presupposti di validità 9.1.4 L’intervento sanitario non urgente ed indifferibile prestato in assenza di valido consenso 9.1.4.1 Il caso dell’esito infausto 9.1.4.2 Il caso dell’esito fausto 9.1.5 L’intervento sanitario urgente ed indifferibile prestato in assenza di valido consenso 9.1.6 L’intervento sanitario necessario eseguito in presenza di dissenso espresso: i casi Welby ed Englaro ed il caso di DjFabo 9.2 L’attività sportiva violenta 9.2.1 Il fondamento della liceità dell’attività sportiva violenta 9.2.2 Individuazione dei limiti di liceità delle condotte sportive scriminate 9.3 Le informazioni commerciali
Le scriminanti speciali
10.1 La causa di non punibilità di cui all’art. 384 c.p. 10.1.1 La ratio e la natura giuridica 10.1.2 L’ambito oggettivo e soggettivo di applicazione 10.1.3 Gli elementi costitutivi 10.1.3.1 Il vantaggio proprio ed il concorso di persone 10.1.3.2 Il nocumento 10.1.3.3 Il nocumento alla libertà: la questione dell’estensibilità al nocumento all’integrità fisica ed alla vita 10.1.3.4 Il nocumento all’onore: la condotta dell’assuntore di sostanze stupefacenti che mente a difesa della propria libertà o del proprio onore favorendo lo spacciatore 10.1.3.5 Situazione di pericolo causata volontariamente: l’inevitabilità del nocumento nella falsa testimonianza qualora il testimone non si avvalga della facoltà di non rispondere ex art. 199 c.p.p. 10.1.4 L’esimente di cui all’art. 384 c.p. ed il reato di false informazioni al pubblico ministero ex art. 371bis c.p. 10.1.5 L’applicazione dell’esimente di cui all’art. 384, comma 2, c.p. all’imputato di procedimento probatoriamente collegato chiamato a rispondere di favoreggiamento CAPITOLO 5 L’elemento soggettivo Sezione I La colpevolezza
L’elemento soggettivo in generale
La colpevolezza ed il principio di soggettività nel diritto penale
2.1 Definizione di colpevolezza 2.2 La concezione psicologica e la concezione normativa della colpevolezza 2.3 La funzione della colpevolezza
Rilevanza costituzionale del principio di colpevolezza
3.1 Il principio della personalità della responsabilità penale e la sua reale portata 3.2 La giurisprudenza accoglie la tesi della responsabilità penale personale intesa come responsabilità per il fatto proprio colpevole
La struttura della colpevolezza
Sezione II L’imputabilità
Generalità
1.1 I rapporti fra imputabilità e colpevolezza
La disciplina
2.1 La minore età 2.2 Il vizio di mente 2.3 Gli stati emotivi o passionali 2.4 L’ubriachezza e la tossicodipendenza 2.5 Il sordomutismo 2.6 La determinazione in altri dello stato di incapacità 2.7 Le actiones liberae in causa Sezione III La conoscibilità del precetto penale e la rilevanza della ignorantia legis
Il principio della necessaria conoscenza-conoscibilità del precetto penale e la rilevanza della ignorantia legis
1.1 La tesi della inescusabilità assoluta dell’ignorantia legis e l’art. 5 c.p. 1.2 La tesi della scusabilità assoluta dell’ignorantia legis 1.3 La tesi della scusabilità relativa dell’ignorantia legis
Il principio della necessaria conoscenza-conoscibilità del precetto penale e la rilevanza della ignorantia legis nella giurisprudenza
2.1 La rilevanza della c.d. buona fede qualificata nelle contravvenzioni 2.2 La parziale declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 5 c.p.: la sentenza della Corte Cost. 24 marzo 1988, n. 364 2.2.1 La distinzione tra ignoranza inevitabile ed ignoranza evitabile 2.2.2 Gli sviluppi successivi alla sentenza della Corte Cost. 24 marzo 1988, n. 364 Sezione IV La suitas della condotta
La coscienza e volontà della condotta
Il significato di “coscienza e volontà” rilevanti ex art. 42, comma 1, c.p.
L’oggetto della suitas della condotta
Le cause di esclusione della suitas della condotta
Sezione V Il dolo
Definizione
1.1 Il dolo colpito a mezza via dall’errore
L’oggetto del dolo
2.1 La coscienza del disvalore del fatto
L’intensità del dolo
3.1 Dolo intenzionale, diretto ed eventuale
Dolo alternativo e dolo indeterminato
Il dolo nel delitto tentato
Ulteriori distinzioni in tema di dolo
6.1 Il dolo specifico
L’accertamento del dolo
Sezione VI La colpa
L’autonomia dogmatica del reato colposo
La nozione di colpa
La mancanza di volontà del fatto tipico
3.1 La colpa incosciente e la colpa cosciente
L’inosservanza della regola di condotta
L’attribuibilità dell’inosservanza delle regole di condotta all’agente
5.1 La rimproverabilità nella colpa generica 5.2 La rimproverabilità nella colpa specifica 5.2.1 La c.d. concretizzazione del rischio e la c.d. causalità della colpa 5.3 La colpa comune e la colpa speciale (o professionale) 5.3.1 La colpa professionale in ambito medico 5.3.1.1 Cause di esonero da responsabilità penale per l’attività prestata in sede di vaccinazione e in sede di cura nel periodo pandemico SARS-CoV-2 5.3.2 Il principio di affidamento 5.3.2.1 La tutela dell’affidamento in tema di responsabilità colposa dei sanitari 5.3.2.1.1 La posizione di garanzia del primario ospedaliero 5.3.2.2 L’affidamento nell’altrui condotta nella circolazione stradale Sezione VII La preterintenzione
Premessa
Elemento oggettivo del delitto preterintenzionale
Elemento soggettivo del delitto preterintenzionale
3.1 Tesi del dolo misto a responsabilità oggettiva 3.2 Tesi del dolo misto a colpa 3.3 Tesi dell’univocità dell’elemento soggettivo
Ipotesi peculiari di preterintenzione
Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto (art. 586 c.p.)
5.1 Imputazione dell’evento morte o lesioni 5.2 Applicazioni problematiche 5.3 Casistica in tema di stupefacenti
Reati aggravati o qualificati dall’evento
Sezione VIII L’elemento soggettivo nelle contravvenzioni
La struttura
L’accertamento dell’elemento soggettivo nelle contravvenzioni
La rilevanza della c.d. buona fede nelle contravvenzioni (rinvio parziale)
Sezione IX Le cause di esclusione della colpevolezza
Generalità
L’inesigibilità
L’errore nel diritto penale
3.1 Classificazioni: l’errore di fatto e l’errore di diritto; l’errore motivo e l’errore inabilità
L’errore del soggetto non imputabile
Errore sul precetto penale ed errore sul fatto che costituisce il reato
5.1 L’errore sul precetto (art. 5 c.p.) 5.2 L’errore sul fatto che costituisce il reato 5.2.1 L’errore sul fatto che costituisce il reato determinato da errore di fatto (artt. 47, comma 1 e 59, comma 4, c.p.)
L’errore su legge extrapenale (art. 47, comma 3, c.p.)
6.1 Le ipotesi problematiche di errore su legge extrapenale 6.1.1 L’errore su legge extrapenale nei casi di antigiuridicità-illiceità speciale 6.1.2 L’errore su legge extrapenale e gli elementi normativi delle scriminanti 6.1.3 L’errore sulle qualifiche del soggetto attivo nei reati propri 6.1.4 L’errore sulla norma integratrice della norma penale in bianco
L’errore nei reati omissivi
L’errore sugli elementi specializzanti della fattispecie
L’errore nelle contravvenzioni
L’errore nei reati tributari
L’errore determinato dall’altrui inganno (art. 48 c.p.)
Il reato putativo
Il caso fortuito e la forza maggiore (rinvio)
Sezione X La responsabilità oggettiva
La nozione di responsabilità oggettiva e la sua incompatibilità con il principio di colpevolezza
Le varie estrinsecazioni della responsabilità oggettiva
Le ipotesi discusse di responsabilità oggettiva
3.1 Il principio di inescusabilità assoluta della legge penale di cui all’art. 5 c.p. e i correttivi della sentenza della Corte Costituzionale 30 marzo 1988, n. 364 (rinvio) 3.2 Il regime di imputazione delle circostanze di cui all’art. 59 c.p. 3.3 Il reato aberrante (rinvio) 3.4 La finzione di imputabilità di cui all’art. 92 c.p. (rinvio parziale) 3.5 Il concorso c.d. anomalo di cui all’art. 116 c.p. (rinvio parziale) 3.6 Il mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti di cui all’art. 117 c.p. (rinvio parziale) 3.7 L’ignoranza dell’età della persona offesa nei reati sessuali (rinvio parziale) 3.8 I reati commessi col mezzo della stampa 3.9 Le condizioni obiettive di punibilità 3.9.1 Le c.d. soglie di punibilità 3.10 La preterintenzione ed i reati aggravati o qualificati dall’evento (rinvio parziale) Sezione XI Il reato aberrante
Premessa
La figura dell’aberratio causae o itineris causarum
L’aberratio ictus (art. 82 c.p.)
3.1 L’aberratio ictus monoffensiva 3.2 L’aberratio ictus bioffensiva 3.3 L’aberratio ictus plurioffensiva
L’aberratio delicti (art. 83 c.p.)
4.1 L’aberratio delicti monoffensiva 4.2 L’aberratio delicti bioffensiva 4.3 L’aberratio delicti plurioffensiva
L’aberratio delicti e la morte o le lesioni come conseguenza di altro delitto ex art. 586 c.p. (rinvio)
L’aberratio delicti ed il concorso anomalo ex art. 116 c.p. (rinvio parziale)
PARTE III LE FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO CAPITOLO 1 Le circostanze
Nozione
L’identificazione delle circostanze
2.1 I reati aggravati o qualificati dall’evento (rinvio)
La classificazione delle circostanze
L’imputazione delle circostanze
4.1 La disciplina ante riforma 4.2 La disciplina vigente 4.3 L’error in persona
Le circostanze aggravanti comuni
5.1 Le aggravanti di cui agli artt. 61 e 61bis c.p. 5.2 La recidiva
Le circostanze attenuanti comuni
6.1 Le attenuanti di cui all’art. 62 c.p. 6.2 Le attenuanti generiche
La determinazione delle variazioni di pena
Il concorso di circostanze
8.1 Il concorso apparente 8.2 Il concorso omogeneo 8.3 Il concorso eterogeneo: il bilanciamento CAPITOLO 2 Il tentativo
Le fasi dell’iter criminis
1.1 Il reato permanente 1.1.1 Il reato a consumazione prolungata o a condotta frazionata 1.1.2 La natura del reato di usura 1.1.3 La configurabilità del reato di favoreggiamento personale nei reati permanenti 1.1.4 I reati omissivi propri
Il delitto tentato: funzione tipizzante dell’art. 56 c.p. ed autonomia della fattispecie tentata
L’inizio dell’attività punibile: distinzione tra atti preparatori ed atti esecutivi
La soluzione accolta dal codice penale: idoneità ed univocità degli atti
4.1 L’elemento negativo: l’azione non si compie e l’evento non si verifica 4.2 L’elemento positivo: l’idoneità… 4.3 …e l’univoca direzione degli atti 4.4 L’opera di perimetrazione della giurisprudenza dei concetti di idoneità ed univocità degli atti
L’elemento soggettivo
Ambito di applicazione della disciplina del delitto tentato: configurabilità nelle diverse categorie di reati
Tentativo e circostanze
Il trattamento sanzionatorio
Desistenza volontaria e recesso attivo
Unità e pluralità di reati XXIII CAPITOLO 3 Unità e pluralità di reati Sezione I Concorso di reati
Concorso di reati e concorso apparente di norme
Il concorso di reati
L’unità e la pluralità di reati
3.1 Il reato abituale
Il concorso materiale
Il concorso formale
Il sistema sanzionatorio e la disciplina del cumulo giuridico
Il reato continuato
7.1 La pluralità di condotte 7.2 Il medesimo disegno criminoso 7.2.1 La compatibilità del medesimo disegno criminoso con alcune figure particolari 7.3 Il sistema sanzionatorio e la disciplina del cumulo giuridico 7.4 Reato continuato e giudicato 7.5 Reato continuato e recidiva Sezione II Concorso apparente tra norme
Il concorso apparente tra norme ed il principio del ne bis in idem sostanziale
Il principio di specialità e gli altri criteri volti ad identificare i casi di concorso apparente tra norme
Le varianti interpretative del principio di specialità
Il principio di sussidiarietà
Il principio di assorbimento o consunzione
5.1 La progressione criminosa 5.2 L’antefatto ed il postfatto non punibili
Norme a più fattispecie
Il reato complesso
CAPITOLO 4 Il concorso di persone nel reato
Il concorso di persone nel reato: nozione e fondamento di punibilità. La funzione estensiva e tipizzante dell’art. 110 c.p.
Il dibattito dottrinale e la “tipizzazione causale” come modello di disciplina
La struttura del concorso criminoso
3.1 La pluralità di agenti: la problematica figura dell’autore mediato 3.2 La realizzazione di un reato: i requisiti minimi di responsabilità penale ed il tentativo 3.3 Il contributo causale individuale 3.3.1 Il concorso materiale: l’autore e il partecipe 3.3.2 Il concorso morale: il determinatore e l’istigatore 3.3.3 Concorso omissivo. La connivenza e la responsabilità a titolo di concorso per omissione in capo agli appartenenti alle Forze dell’ordine 3.4 L’elemento soggettivo 3.4.1 L’agente provocatore 3.4.2 Le ipotesi di concorso doloso nel delitto colposo e di concorso colposo nel delitto doloso 3.4.3 Il concorso nelle contravvenzioni 3.4.4 La cooperazione colposa
La responsabilità del partecipe per il reato diverso da quello voluto: il c.d. concorso anomalo o aberratio delicti concorsuale ex art. 116 c.p.
Il concorso nel reato proprio. Il mutamento del titolo di reato per taluno dei concorrenti e l’art. 117 c.p.
I c.d. reati collegiali
Il trattamento sanzionatorio
7.1 Le circostanze aggravanti 7.2 Le circostanze attenuanti. Il contributo di minima importanza 7.3 La comunicabilità delle circostanze 7.4 La comunicabilità delle cause di esclusione della pena
Desistenza volontaria e pentimento operoso del concorrente
Il concorso di persone nei reati necessariamente plurisoggettivi. I reaticontratto ed i reati in contratto
Concorso di persone e reato associativo
Associazione di tipo mafioso: partecipazione e concorso esterno
PARTE IV LE CONSEGUENZE DEL REATO CAPITOLO 1 La pena
Nozione e fondamento della sanzione penale
Tipi di pena
Commisurazione della pena
Pene sostitutive delle pene detentive brevi
Esecuzione della pena. Ipotesi di rinvio
Misure alternative alla detenzione
Giustizia riparativa
CAPITOLO 2 Le cause di estinzione del reato e della pena
Cause di estinzione del reato
Cause di estinzione della pena
CAPITOLO 3 Le misure di sicurezza
Nozione e funzione
I principi costituzionali che informano il sistema delle misure di sicurezza
I presupposti di applicabilità
3.1 La commissione di un reato o quasi-reato 3.2 La pericolosità sociale 3.2.1 Il delinquente abituale, professionale e per tendenza
Applicazione, esecuzione, durata, revoca
Le tipologie codicistiche
5.1 Le misure di sicurezza personali 5.2 Le misure di sicurezza patrimoniali
La confisca: definizione, funzione e mancanza di un paradigma unitario
6.1 Il modello generale previsto dall’art. 240 c.p. 6.2 La confisca di cui all’art. 240bis c.p. e le altre confische del codice e della legislazione speciale 6.2.1 Le confische previste dal codice della strada 6.2.2 La confisca prevista per il reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica (cd. rave party) 6.3 La confisca nel diritto penale dell’Unione europea
La confisca per equivalente
7.1 Le principali questioni affrontate dalla giurisprudenza CAPITOLO 4 Le misure di prevenzione
Nozione, funzione e riferimenti normativi
Problemi di compatibilità costituzionale
La valutazione della pericolosità sociale
Le misure di prevenzione personali
Le misure di prevenzione patrimoniali
CAPITOLO 5 Le conseguenze civili del reato
Conseguenze civili del reato
Garanzie per le obbligazioni civili derivanti dal reato
SCHEMI SINOTTICI

Descrizione

Il Manuale Diritto Penale Maior 2023 – Parte Generale è stato aggiornato e sviluppato nella sua dodicesima edizione con l’obiettivo di arricchire l’analisi degli istituti giuridici, anche attraverso il contributo della giurisprudenza e della legislazione più recente. Questo perché la concreta applicazione dei principi richiede una piena comprensione delle coordinate istituzionali e sistemiche.

Il volume include anche schemi riepilogativi limati ed arricchiti che offrono al lettore una visione sinottica dei concetti esaminati per una sintesi agile.

Il manuale Diritto Penale Maior 2023

  •  propone un filo conduttore sistematico coniugando le nozioni istituzionali con le novità normative e giurisprudenziali
  •  analizza i principali arresti giurisprudenziali dell’ultimo anno, tra i quali si segnalano le pronunce a Sezioni Unite in tema di cogenitorialità in caso di maternità surrogata
  •  È aggiornatissimo alla riforma Cartabia del processo penale n. 150 del 10 ottobre 2022

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